Partita di calcio o apologia del genocidio? | Il boicottaggio che scuote l’Italia e divide le opinioni!

Boicottaggio della partita Italia-Israele: una manifestazione pro Palestina fa sentire la propria voce a Udine

TRIESTE – La partita di Nations League tra Italia e Israele, in programma questa sera alle 20.45 alla Dacia Arena di Udine, non sarà solo un incontro sportivo. Fuori dallo stadio, si preannuncia infatti una manifestazione significativa, con oltre un migliaio di partecipanti che si sono mobilitati per esprimere la loro protesta contro le azioni militari israeliane. Il messaggio è chiaro: “Inaccettabile giocare con chi sta commettendo un genocidio”.

La manifestazione, che partirà da piazza della Repubblica per dirigersi verso piazza XX settembre, ha già attirato l’attenzione delle forze di polizia, che monitorano la situazione in un clima sostanzialmente pacifico. Tra le voci del corteo, spiccano quelle di politici locali, tra cui il consigliere regionale Furio Honsell, che ha espresso la sua contrarietà a giocare lo stesso giorno in cui le violenze continuano in Medio Oriente. “Come potranno questa sera gioire sugli spalti Fedriga, De Toni e Bordin, mentre l’esercito di Israele continua le sue operazioni? La guerra contro i civili non è mai giustificata”, ha dichiarato Honsell, annunciando la sua presenza al corteo.

Inoltre, lo striscione principale della manifestazione riporta slogan significativi come “Diamo un calcio all’apartheid” e “Fuori Israele dalla Fifa”, a sottolineare la forte opposizione all’inclusione della nazionale israeliana nella federazione calcistica. La manifestazione ha visto la partecipazione di varie associazioni e gruppi, compresi i sindacati e partiti di sinistra. La presenza di famiglie e bandiere della Palestina, del Libano e simboli di pace evidenzia l’importanza del messaggio di unità e supporto per il popolo palestinese.

Il boicottaggio dell’evento sportivo ha assunto una dimensione virale tra i sostenitori della causa, con appelli diffusi sui social media invitando a non seguire la partita in TV. Commenti come “Stasera ad Udine si gioca Italia contro gli ammazza bambini” riflettono il profondo dissenso verso la decisione di disputare la gara in un contesto di conflitto.

Un aspetto controverso emerso dalla polemica è l’eventuale minaccia di sanzioni disciplinari nei confronti dei vigili di Udine che non parteciperanno alle iniziative collegate alla partita. “È inaccettabile che si giochi una partita di calcio con chi sta commettendo un genocidio”, ha ribadito Rifondazione Comunista, sostenendo la presenza in piazza come un atto simbolico contro le ingiustizie.

Questa serata a Udine si preannuncia come un momento di forte tensione e mobilitazione sociale, un segnale chiaro della crescente frustrazione nei confronti delle politiche internazionali e del conflitto israelo-palestinese. Mentre gli azzurri sono pronti a scendere in campo, fuori dallo stadio si alza una voce di protesta che chiede giustizia e pace.