Femminicidio a San Severo: un dramma annunciato
San Severo, 18 ottobre 2024 – Una tragedia si è consumata questo pomeriggio in provincia di Foggia, un altro femminicidio che segna profondamente la cronaca italiana di quest’anno. Celeste Rita Palmieri, 56 anni, è stata uccisa dall’ex marito Mario Furio, 59 anni, ex agente della polizia penitenziaria, che si è poi tolto la vita.
Il dramma è avvenuto nel parcheggio del supermercato Eurospin, dove la donna si trovava per fare la spesa. Nonostante il divieto di avvicinamento emesso nei confronti di Furio e il braccialetto elettronico che l’uomo indossava, il sistema non è riuscito a garantire la protezione di Celeste. Stando a quanto emerso, la donna aveva già denunciato più volte l’ex marito, che continuava a tormentarla nonostante le disposizioni legali.
I Carabinieri, avvisati dall’allerta del dispositivo elettronico, erano stati in contatto con la vittima per informarla del pericolo di avvicinamento. Celeste ha riferito di aver avvistato Furio nel centro commerciale, ma non sembrava ci fossero segnali di immediata minaccia. I militari hanno quindi programmato l’invio di una pattuglia. Tuttavia, la tempistica non è stata sufficiente, poiché l’uomo ha aperto il fuoco sulla ex moglie proprio mentre i Carabinieri si stavano avvicinando.
L’assessore alle politiche sociali del comune di San Severo, Bruno Savino, ha dichiarato che la donna aveva recentemente incontrato operatrici sociali ma aveva rifiutato la possibilità di un trasferimento in un luogo più sicuro. Questo rifiuto ha sollevato dubbi su come venga gestita la sicurezza delle donne vittime di violenza, specialmente in situazioni così avverse.
La tragedia di oggi non è solo l’ennesimo caso di femminicidio, ma evidenzia le gravi lacune nei meccanismi di protezione per coloro che denunciano maltrattamenti. La morte di Celeste Palmieri si aggiunge a un lungo elenco di vittime, aggravando la sensazione di impotenza e vulnerabilità per molte donne nel paese.
Mentre il dibattito sulla violenza di genere continua a prendere piede nel panorama pubblico, questo tragico evento richiede una riflessione urgente e profonda su come affrontare e prevenire situazioni simili. La vita di Celeste non doveva finire in questo modo, e ora la comunità chiede giustizia e maggiore attenzione ai segnali di allerta per fermare questa spirale di violenza.