Maysoon Majidi libera dopo dieci mesi di carcere | Ma l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina è davvero fondata?

Rilasciata a Crotone l’attivista curdo-iraniana Maysoon Majidi: il 27 novembre la sentenza

CROTONE – Maysoon Majidi, l’attivista curdo-iraniana arrestata lo scorso gennaio, è stata rilasciata dal tribunale di Crotone, dove ha trascorso oltre dieci mesi in carcere. La notizia è stata confermata da Parisa Nazari, mediatrice culturale che ha assistito all’udienza di oggi. Majidi, 28 anni, era accusata di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, un’accusa che lei ha sempre rigettato, affermando di essere semplicemente una migrante.

L’udienza si è conclusa pochi minuti fa e la giovane attivista è attualmente ospite della famiglia del suo legale. “È stata rilasciata ma ci sarà una udienza finale il 27 novembre”, ha dichiarato Nazari, sottolineando l’importanza del prossimo appuntamento in tribunale per il futuro dell’attivista.

Majidi, ex regista e artista, ha attirato l’attenzione internazionale per il suo impegno nella difesa dei diritti umani. Il suo arresto ha suscitato una serie di reazioni da parte di organizzazioni per i diritti umani, che hanno denunciato le condizioni del suo detenzione e il trattamento riservatole. Durante il suo periodo in carcere, ha intrapreso uno sciopero della fame per protesta contro le sue condizioni, e ha perso peso considerabile a causa dell’assoluta mancanza di una corretta assistenza.

Il 31 dicembre scorso, Majidi era giunta sulle coste italiane a bordo di un’imbarcazione, dalla quale le è stata poi contestata l’accusa di favoreggiamento. Nonostante le difficoltà, la giovane attivista rimane determinata e continua a mantenere alta l’attenzione sui temi legati all’immigrazione e ai diritti umani. Il prossimo procedimento è atteso con grande attenzione, sia da parte dei sostenitori di Majidi che dalle autorità locali e nazionali.

Con la sua liberazione, molti sperano che si possa aprire un nuovo capitolo nella lotta per i diritti delle donne e dei migranti, ma il percorso legale della giovane attivista è tutt’altro che concluso.