Velasco: “In Italia i figli di migranti diventano italiani solo quando conviene”
ROMA – In un’intervista che ha suscitato scalpore, Julio Velasco, storico ct della nazionale femminile di pallavolo, ha affrontato la delicata questione della cittadinanza in Italia, specialmente riguardo ai figli di migranti. La riflessione è emersa durante il ‘Premio Mecenate dello Sport-Varaldo Di Pietro’, dove Velasco ha ufficializzato il rinnovo del suo contratto fino alle Olimpiadi di Los Angeles 2028.
“La pallavolo femminile riflette una ingiustizia sociale”, ha esordito Velasco, alludendo alla composizione etnica delle atlete. La squadra nazionale ospita numerose giocatrici di origine africana e di altri paesi, molte delle quali sono nate e cresciute in Italia, a testimonianza del multiculturalismo che caratterizza lo sport. A tal proposito, Velasco ha espresso incredulità per la disparità legislativa riguardante la cittadinanza: “È assurdo che io, grazie a mio nonno, avrei potuto ottenere la cittadinanza senza aver mai visitato l’Italia, mentre i ragazzi nati qui devono affrontare un percorso lungo e complesso.”
Il tecnico ha messo in luce come la questione della cittadinanza sia spesso strumentalizzata. “Quando conviene, i figli di migranti diventano italiani; quando non conviene, devono aspettare dieci anni.” Un’affermazione forte che evidenzia un paradosso presente nella legislazione italiana: una normativa che, secondo Velasco, rispecchia una visione antiquata della nazione.
Infine, Velasco ha proposto una visione più inclusiva, suggerendo l’adozione di una normativa che combini elementi di cittadinanza rispetto a diverse sfere di vita quotidiana. “Dovrebbe esistere uno ius tutto… ius soli, ius scholae, ius sport.” In un contesto globale dove le identità si intrecciano, l’allenatore sostiene che sia fondamentale che un ragazzo nato, studiante e lavoratore in Italia ottenga automaticamente la cittadinanza.
Le sue parole aprono un dibattito cruciale su un tema di forte attualità e su una società italiana che sembra, secondo Velasco, ancora molto distante dalla realtà che vive. La sua posizione riflette la necessità di un cambiamento culturale e legislativo verso una maggiore inclusione e giustizia sociale.