Il supermercato degli spioni: un’inchiesta che scuote l’imprenditoria italiana
ROMA – Emergono particolari allarmanti da una maxi inchiesta condotta dalla Procura di Milano e dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che sta facendo tremare il mondo imprenditoriale e finanziario italiano. L’indagine, che ha preso piede negli ultimi anni, si concentra su un raid di dossieraggio e accesso illecito a database istituzionali, coinvolgendo nomi di spicco e presunti agenti di polizia infedeli.
Tra gli indagati figura il giovane imprenditore Leonardo Maria Del Vecchio, figlio del fondatore di EssiLux, una delle principali aziende mondiali nella produzione di occhiali. Le accuse che gravano su di lui sono gravi: avrebbe raccolto informazioni riservate sulla propria famiglia nel contesto di una disputa successoria.
“Un gigantesco mercato delle informazioni” è stata l’espressione utilizzata dal Procuratore Nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, per descrivere l’entità dell’organizzazione coinvolta. Al centro delle indagini si trova l’agenzia investigativa Equalize srl, con legami diretti con Enrico Pazzali, presidente della Fondazione Fiera Milano, e gestita da Carmine Gallo, noto ex “superpoliziotto”. Grazie alle competenze dell’informatico e hacker Samuele Calamucci, l’agenzia avrebbe potuto corrompere operatori di polizia per ottenere dati sensibili da banche dati pubbliche.
Un elenco inquietante di spiati cresce di ora in ora e comprende politici, imprenditori, e giornalisti. Tra i nomi spicca quello di Letizia Moratti, allora candidata alla presidenza della Regione Lombardia nel 2022. Secondo le indagini, Pazzali avrebbe incaricato Gallo di raccogliere informazioni compromettenti su di lei, con l’intento di danneggiarne l’immagine e di favorire la candidatura di Attilio Fontana.
Le violazioni della privacy non si fermano qui. Sono coinvolti anche il presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Giovanni Gorno Tempini, e giornalisti di noti media. In particolare, Guido Rivolta e Gianni Dragoni di "Il Sole 24 Ore" sono stati oggetto di accessi abusivi ai loro dispositivi, con l’obbiettivo di esaminare i loro contatti e scambi di messaggi su WhatsApp.
Dossier di spionaggio sono stati raccolti non solo su figure pubbliche, ma anche su dipendenti di importanti aziende come Erg e Barilla. L’indagine rivela che i dirigenti di Erg erano interessati a scoprire se qualcuno dei loro dipendenti sfruttasse notizie interne per guadagni in Borsa, addirittura installando virus-tracker per monitorare le conversazioni private via WhatsApp. Inoltre, Barilla sarebbe stata coinvolta in un’illecita acquisizione di tabulati telefonici dei propri dipendenti, per verificare eventuali fughe di notizie al giornalista Andrea Deugeni di "Milano Finanza".
Questa indagine sta svelando le oscure dinamiche del potere e della corruzione nel tessuto imprenditoriale italiano, gettando una luce inquietante su una pratica di dossieraggio che, a detta degli inquirenti, rappresenta un vero e proprio “supermercato degli spioni”. Mentre le indagini proseguono, il futuro delle persone coinvolte e dell’intero sistema economico rimane appeso a un filo.