Senato boccia l’uso della corrispondenza di Sangiuliano | La verità rimarrà nascosta?

Caso Sangiuliano-Boccia: il Senato nega l’uso della corrispondenza dell’ex ministro ai giudici

ROMA – In un’importante svolta che segna un nuovo capitolo nel caso Sangiuliano-Boccia, il Senato ha votato contro la richiesta della Procura di Roma di utilizzare comunicazioni personali sequestrate all’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. L’Aula ha approvato, con il consenso di 95 senatori, la relazione del senatore di Forza Italia, Adriano Paroli, esprimendo così contrarietà all’inclusione di tali documenti nell’indagine per peculato e rivelazione di segreti d’ufficio.

La decisione è arrivata dopo il parere della Giunta per le elezioni e le immunità parlamentari del Senato, che ha già mostrato sostegno per la posizione di Paroli. Questa indagine è stata avviata a seguito di un esposto presentato dal deputato di Avs, Angelo Bonelli, e concerne la nomina, poi revocata, di Maria Rosaria Boccia. Entro questo contesto, la Giunta ha stabilito che l’acquisizione della corrispondenza non era giustificata.

Bonelli ha commentato aspramente la decisione, sostenendo che essa ostacola l’accertamento della verità. "Siamo dentro un film diretto da Elio Petri," ha affermato, facendo riferimento al suo scetticismo riguardo alle istituzioni. Ha messo in discussione le connotazioni legate all’autorizzazione di Boccia a ricevere e-mail riservate dal Ministero, evidenziando il suo uso di mezzi e servizi pubblici.

D’altro canto, la coalizione di maggioranza si è espressa a favore della decisione, ritenendo che ci fosse un «fumus» di secondo grado. La senatrice del Pd, Anna Rossomando, ha chiarito che il suo voto contrario era basato sulla necessità di verificare un’eventuale violazione di segreti d’ufficio, sostenendo che l’acquisizione di corrispondenza fosse fondamentale per proseguire il procedimento.

Ivan Scalfarotto, vicepresidente della Giunta e senatore di Italia Viva, ha affermato che la rivelazione di segreti d’ufficio è un reato identificabile attraverso i messaggi in questione. "Non stiamo parlando di una mera acquisizione per cercare il reato, ma di un reato presunto che si consuma con la corrispondenza," ha concluso, ponendo l’accento sull’importanza di questi documenti nel chiarire le accuse contro Sangiuliano.

La polemica si intensifica, e la questione della trasparenza all’interno delle istituzioni resta in primo piano. Con la chiusura di questo capitolo, rimane da vedere quali saranno i prossimi sviluppi dell’inchiesta e se verrà fornita maggiore chiarezza su un tema che continua a sollevare interrogativi e controversie.