Meno di una settimana alle elezioni americane | Scopri perché il sistema dei grandi elettori potrebbe sorprendere tutti!

Meno 5 giorni all’Election Day: Tutto quello che c’è da sapere sulle presidenziali americane

L’attesa cresce a pochi giorni dalle elezioni presidenziali statunitensi, in programma il 5 novembre. Quello che si preannuncia come un evento cruciale per il futuro politico degli Stati Uniti avviene in un contesto di tensioni interne e conflitti internazionali. Ma come funziona realmente il sistema elettorale americano?

Il sistema dei “grandi elettori”

Il voto presidenziale negli Stati Uniti è indiretto: gli elettori non scelgono direttamente il loro candidato preferito, bensì votano per i grandi elettori, che rappresentano il loro Stato. Ogni Stato ha un numero di grandi elettori pari alla somma dei suoi deputati e senatori al Congresso, con un minimo di tre e un massimo di cinquantaquattro. In totale, gli Stati americani hanno 538 grandi elettori, e il candidato che ambisce alla presidenza deve conquistare almeno 270 voti per aggiudicarsi la vittoria.

Contesto e modalitĂ  di voto

Il seggio elettorale sarĂ  aperto in tutto il Paese tra le 5 e le 10 del mattino, con la chiusura che varierĂ  da Stato a Stato. GiĂ  prima del giorno ufficiale di voto, oltre 32 milioni di cittadini hanno esercitato il loro diritto di voto, grazie alla possibilitĂ  di votazione anticipata e tramite mezzi digitali. Questa modalitĂ  è stata introdotta in molti Stati per facilitare l’affluenza, e i soldati in servizio possono votare anche per posta, indipendentemente dalla loro attuale posizione.

I candidati in lizza

Nella corsa alla presidenza, gli elettori possono scegliere tra il candidato repubblicano Donald Trump, che ha giĂ  ricoperto il ruolo di presidente dal 2016 al 2020, e la vicepresidente uscente Kamala Harris, che ha preso il posto di Joe Biden dopo il suo ritiro. Oltre ai due principali contendenti, tra i quali spiccano nomi di candidati indipendenti, ci sono anche rappresentanti di partiti minori, come Jill Stein dei Verdi e Chase Oliver per il Partito Libertario.

L’importanza degli “Swing States”

Le elezioni di quest’anno si concentrano in particolare sugli “Swing States”, cioè quegli Stati dove il sostegno politico può oscillare tra i due principali partiti. Arizona, Carolina del Nord, Georgia, Michigan, Nevada, Pennsylvania e Wisconsin sono al centro dell’attenzione e saranno decisivi per il risultato finale.

Prossimi passi verso l’insediamento

Dopo il voto del 5 novembre, i risultati saranno ufficializzati il 6 gennaio, quando il Collegio elettorale si riunirĂ  per esprimere il suo voto. Il nuovo presidente sarĂ  insediato il 20 gennaio, dando vita a un nuovo capitolo della storia politica americana.

Questi giorni di attesa sono, quindi, carichi di aspettative e di incertezze, in un panorama nazionale in continuo movimento. Il mondo guarda con attenzione a questo appuntamento cruciale per il futuro degli Stati Uniti.