Bersani Assolto: Il Giudice Riconosce un Linguaggio “Allegorico” nella Critica a Vannacci
BOLOGNA – La notizia ha colto di sorpresa molti, ma il Tribunale di Ravenna ha deciso di assolvere Pier Luigi Bersani dall’accusa di diffamazione per aver definito “coglione” il leghista Roberto Vannacci. La controversa affermazione, pronunciata durante un’intervista alla Festa dell’Unità di Ravenna, è stata giudicata non diffamatoria per il suo carattere di “linguaggio allegorico volutamente ironico”.
L’episodio risale all’1 settembre 2023, quando Bersani commentò il libro di Vannacci, Il mondo al contrario, noto per le sue posizioni misogine e le affermazioni controminoritarie. In quel contesto, l’ex segretario del Partito Democratico si era chiesto: “Ma se in quel bar lì è possibile dare dell’anormale a un omosessuale, è possibile dare del coglione a un generale?” La frase, definita da Vannacci altamente offensiva, portò quest’ultimo a sporgere denuncia solo dopo tre mesi, in novembre.
Nel suo verdetto, il giudice Corrado Schiaretti ha sottolineato che le sue considerazioni si applicano a due figure politiche esposte a critiche aspre, affermando che “il fatto non sussiste”. La Procura di Ravenna, che aveva chiesto una pena pecuniaria di 450 euro, è stata quindi smentita dalla sentenza che ha lasciato indefesso il concetto di libera espressione, in particolare quando si tratta di affrontare idee che possono suscitare polemiche.
Bersani, attraverso un post su Facebook, ha dichiarato di aver appreso la notizia dalla stampa e ha condiviso l’articolo riguardante il suo caso. La sentenza è destinata a sollevare discussioni, soprattutto considerando il contesto di critica intensa a cui viene associato il suo linguaggio. Il giudice ha rinforzato questa posizione argomentando che l’affermazione di Bersani fosse una “vibrata critica verso un modo di pensare della destra istituzionale”.
In un notevole scambio di posizioni, Vannacci aveva anche proposto di ritirare la denuncia se Bersani si fosse scusato. La risposta dell’ex ministro è stata incisiva: “Prima chieda scusa agli omosessuali, agli ebrei, ai neri e a tutte le altre persone offese con le sue teorie discutibili”.
Questa sentenza non è priva di ironia, poichĂ© il giudice Schiaretti è lo stesso che aveva assolto in passato gli agenti di polizia implicati in un episodio controverso relativo all’uso improprio di una moto d’acqua da parte del figlio di Matteo Salvini. Una coincidenza che ha sollevato ulteriori interrogativi sull’interpretazione della giustizia in situazioni politicamente cariche.
In conclusione, il caso di Bersani rappresenta un’importante riflessione sulla libertĂ di espressione, le critiche politiche e l’uso del linguaggio in contesti di discussione democratica. La decisione del Tribunale di Ravenna sarĂ sicuramente oggetto di dibattito nei prossimi giorni, mentre l’ex segretario del Pd continuerĂ a difendere la sua posizione contro le teorie avverse e contro la diffusione di ideologie discriminative.