"Perdono per nostro figlio": la lettera della madre del killer di Santo Romano
Un appello straziante di una madre, che chiede perdono e comprensione. È quello contenuto nella lettera inviata alla famiglia di Santo Romano, il 19enne ucciso nel tragico fatto di sangue avvenuto nella piazza di San Sebastiano al Vesuvio. Questo messaggio, redatto a nome dei genitori del killer, offre uno spaccato doloroso e complesso di una situazione familiare, colpita anch’essa dalla tragedia.
“Siamo una famiglia normale”, si legge nella lettera, “non affiliati a clan”. Un’invocazione che vuole chiarire che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la famiglia del minorenne non ha legami con la criminalità organizzata. La lettera inizia con un diretto appello ai familiari della vittima: “Ci rivolgiamo ai genitori, ai nonni, gli zii, i cugini, la fidanzata, gli amici, a tutta la famiglia e a tutte le persone che amavano Santo.” Le parole scorrono come un fiume in piena, nei quali la madre del ragazzo assassino chiede scusa per il dolore incommensurabile inflitto alla famiglia della vittima.
Il racconto prosegue con una descrizione della vita quotidiana della famiglia: “Mio marito lavora, abbiamo un camion dei panini. I nostri figli sono stati cresciuti in una famiglia normale di lavoratori.” La famiglia, quindi, si definisce umile, cercando di allontanare l’idea di un contesto deviante. Ma dietro queste parole si nasconde il dramma di un figlio che, secondo quanto riportato, sarebbe stato seguito da anni da specialisti. “È stato sempre curato e seguito da piccolo dalla neuropsichiatra infantile,” scrive la madre, aggiungendo che negli ultimi due anni il ragazzo ha manifestato comportamenti sempre più ingestibili, rifiutando trattamenti e visite.
Questi passaggi della lettera cercano di gettare luce sulle problematiche di salute mentale che avrebbero caratterizzato la vita del giovane. “Rifiutava medicinali e visite,” viene ribadito, in un tentativo di spiegare un comportamento che ha portato a un drammatico epilogo. La madre chiede quindi perdono a nome di un figlio che, per quanto problematico, ha distrutto due famiglie: “Nostro figlio ha distrutto la vostra famiglia, ma anche la nostra.”
In un clima carico di emozione, le parole della madre giungono alle orecchie di chi sta per assistere ai funerali di Santo Romano, “Chiediamo perdono da parte di nostro figlio.” Questa richiesta di clemenza si scontra con la durezza della realtà: una vita spezzata, una ferita che richiederà tempo e cura per essere sanata.
La lettera, già pubblicata dal difensore del minorenne, rappresenta un tentativo disperato di esprimere una comprensione tra le famiglie interessate in un momento di dolore incommensurabile. La tragedia si dipana in questa drammatica riflessione che sottolinea quanto sia complesso e impervio il cammino verso il perdono.