Una sorella scettica | Il mistero dietro la morte di Larimar: suicidio o qualcosa di più inquietante?

Suicidio o no? La sorella della 15enne di Piazza Armerina: “Per noi non è stata lei”

BOLOGNA – Una tragedia che solleva interrogativi inquietanti e una famiglia distrutta dal dolore. La sorella maggiore di Larimar Annaloro, la 15enne trovata morta a Piazza Armerina, ha espresso forti dubbi sulla ricostruzione ufficiale del suo decesso, avvenuto il 6 novembre. In un’intervista alla trasmissione ‘Ore 14’ su Rai Due, la giovane ha dichiarato: “Per noi non può essere stata lei”, lasciando intendere che la dinamica dell’accaduto è tutt’altro che chiara.

Larimar era stata trovata impiccata a un albero nel giardino di casa. Secondo la sorella, ci sono dettagli che non tornano rispetto all’ipotesi di suicidio: la porta aperta, la stanza a soqquadro e la posizione in cui è stato scoperto il corpo. «Toccava il terreno, in ginocchio», ha specificato, mostrando una certezza inquietante che la porta a chiedere se qualcuno possa aver avuto un ruolo nella morte della giovane.

I FATTI

La giovane aveva chiamato i genitori per farsi venire a prendere da scuola dopo una brutta litigata con alcune compagne. La madre, subito accorsa, aveva lasciato Larimar a casa prima di andare a fare delle commissioni. Solo 45 minuti dopo, mentre tornava, ha trovato la figlia in quella tragica situazione. I pochi momenti trascorsi tra il ritorno della madre e la morte di Larimar hanno lasciato spazio a molteplici interrogativi.

I DUBBI

«Mia madre era andata a fare delle commissioni e quando è tornata ha trovato la porta aperta e la stanza in disordine», ha continuato la sorella. Le incongruenze nella versione ufficiale hanno spinto la famiglia a chiedere un’indagine più approfondita. La sorella ha ribadito che un gesto estremo, come quello del suicidio, lascia sempre «domande limpide e chiare», mentre nel caso di Larimar nulla sembra essere coerente.

La Procura di Caltanissetta ha avviato un fascicolo per istigazione al suicidio, ordinando il sequestro della salma per ulteriori accertamenti. “Non pensiamo niente, siamo troppo confusi”, ammette la sorella, esprimendo la propria angoscia e timore per la verità che potrebbe emergere.

Nel chiudere l’intervista, la donna si è fatta portavoce di un bisogno di chiarezza, affermando: “Se chiunque potesse essere coinvolto in questa storia non sarà mai in grado di dormire tranquillamente, portandosi il peso di una colpa che non potrà mai essere rimossa”. La famiglia attende risposte, mentre il dolore per la perdita di Larimar resta incolmabile.