Chiese di Sicilia

La comunità delle chiese in Sicilia costituisce un tessuto ricco di storia, tradizione e spiritualità, intrecciando le radici profonde della fede con la vibrante diversità culturale dell’isola. Le chiese, testimonianze viventi di un passato millenario, si ergono maestose nei centri storici e nei paesaggi rurali, custodi di segreti antichi e di preghiere che si perdono nei secoli.

La Sicilia è un mosaico di credenze e riti religiosi, con influenze che abbracciano il Cristianesimo nella sua varietà di forme: cattolicesimo, ortodossia e protestantesimo coesistono, riflettendo una straordinaria tolleranza e un’integrazione culturale unica.

Questa comunità di chiese, attraverso processioni, feste patronali e cerimonie liturgiche, condivide e celebra la propria fede, coinvolgendo i fedeli in una dimensione spirituale profonda. Le chiese siciliane non sono solo luoghi di culto, ma veri e propri centri sociali che connettono le persone, offrendo uno spazio di riflessione e solidarietà. Nell’architettura sacra si riflette l’arte e l’abilità dei maestri artigiani, creando scenari di suggestiva bellezza che raccontano la storia dell’isola.

La comunità delle chiese di Sicilia è, dunque, un affascinante intreccio di fede, cultura e convivenza che continua a svolgere un ruolo centrale nella vita delle persone, fungendo da ponte tra il passato e il presente, tra la tradizione e l’innovazione.

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Il secondo giorno ha visto sviluppare il modulo psicologico in riferimento alla relazione del parroco con le famiglie. Padre Giovanni Salonia con la sua équipe ha sottolineato il valore del camminare insieme superando i conflitti e definendo sempre con più chiarezza l’identità di parroco, genitori, figli. Essere genitori di…, essere genitori con…
Mons. Antonio Intergugliemi, presidente Faci e autore del testo Manuale di amministrazione parrocchiale (San Paolo 2023), e don Gianluca Belfiore, docente di Diritto Canonico presso lo Studio Teologico S. Paolo, hanno approfondito gli aspetti amministrativi della vita parrocchiale. Mons. Luigi Renna, arcivescovo di Catania, ha concluso il corso con una relazione su “La carità pastorale del presbitero in una parrocchia che cambia”, aprendo il dibattito con i partecipanti provenienti dalle diocesi di Catania, Acireale, Ragusa, Palermo, Trapani, Nicosia, Monreale, Caltagirone.
L’arcivescovo ha sottolineato come la categoria del cambiamento attraversi da sempre la storia della Chiesa, fin dalle sue origini e in questo tempo storico il Papa ha voluto aprirci gli occhi su quella che ha definito un cambiamento d’epoca. Cambia non solo il mondo intorno a noi, ma anche quello dentro di noi, perché percepiamo il nostro essere presbiteri, per quella che è la nostra formazione anche oggi, o una sfida o un invito al discernimento.
Una serata è stata dedicata alla testimonianza di don Gliozzo, parroco emerito della parrocchia SS. Crocifisso della Buona Morte di Catania, e del suo successore don Belluso. Il parroco è seminatore di speranza per tutti, nessuno escluso, la Chiesa è per tutti, soprattutto per gli esclusi, per gli emarginati. P. Gliozzo ha fondato la sua pastorale parrocchiale sulla semplice ed incisiva dinamica dell’accoglienza di tutti: dalle prostitute agli omosessuali, dai divorziati ai clochard; ha contrastato da sempre la cultura dello scarto con una pastorale di prossimità.
Mercoledì 13 nel pomeriggio si è tenuta una visita guidata al Monastero dei Benedettini: un itinerario incantevole ha mostrato le meraviglie architettoniche e strutturali del monastero, il quale adesso è sede dell’Università degli Studi di Catania. È stata un’esperienza di Chiesa all’insegna di una formazione permanente che non si avvale solo di contenuti ma di uno stile di comunione e fraternità sacerdotale.
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