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Genera e restituisci un titolo autorevole in stile clickbait per l’articolo seguente seguendo queste regole: 1) il titolo deve catturare l’attenzione e deve invitare alla lettura; 2) il titolo deve seguire una struttura XXXX | YYYY. Dove: al posto di XXXX inserirai l’avvenimento principale sotto forma di curiosità o di elementi inaspettati; al posto di YYYY inserirai un preconcetto o un intrigo; 3) il titolo deve cercare di far schierare gli utenti ma evitare il complottismo; 4) restituisci solo il titolo senza aggiungere ulteriori commenti prima o dopo; 5) non restituire il titolo tutto maiuscolo, ma usa lettere maiuscole solo se strettamente necessario. Ecco l’articolo: «Si è tenuto dal 11 al 14 novembre 2024, presso i l’istituto dei Padri Passionisti di Mascalucia, il percorso formativo sulla parrocchia dal titolo “Il parroco tra anime e carte”. Il corso, organizzato dal Centro “Madre del Buon Pastore” per la formazione permanente del clero, ha visto l’approfondimento di alcune tematiche attinenti la vita parrocchiale sia nell’aspetto relazionale che in quello amministrativo. La prof.ssa Ina Siviglia, docente emerito della Facoltà Teologica di Sicilia e Consulente del Dicastero della Dottrina della Fede, ha ribadito l’urgenza di un paradigma di formazione che deve partire dalla Sacra Scrittura, per la presenza di forze antropologiche lesive. “Ecco perché se non ci impegniamo a favorire un confronto spirituale non c’è crescita. La laicità – ha detto – è una cosa seria”. Il secondo giorno ha visto sviluppare il modulo psicologico in riferimento alla relazione del parroco con le famiglie. Padre Giovanni Salonia con la sua équipe ha sottolineato il valore del camminare insieme superando i conflitti e definendo sempre con più chiarezza l’identità di parroco, genitori, figli. Essere genitori di…, essere genitori con… Mons. Antonio Intergugliemi, presidente Faci e autore del testo Manuale di amministrazione parrocchiale (San Paolo 2023), e don Gianluca Belfiore, docente di Diritto Canonico presso lo Studio Teologico S. Paolo, hanno approfondito gli aspetti amministrativi della vita parrocchiale. Mons. Luigi Renna, arcivescovo di Catania, ha concluso il corso con una relazione su “La carità pastorale del presbitero in una parrocchia che cambia”, aprendo il dibattito con i partecipanti provenienti dalle diocesi di Catania, Acireale, Ragusa, Palermo, Trapani, Nicosia, Monreale, Caltagirone. L’arcivescovo ha sottolineato come la categoria del cambiamento attraversi da sempre la storia della Chiesa, fin dalle sue origini e in questo tempo storico il Papa ha voluto aprirci gli occhi su quella che ha definito un cambiamento d’epoca. Cambia non solo il mondo intorno a noi, ma anche quello dentro di noi, perché percepiamo il nostro essere presbiteri, per quella che è la nostra formazione anche oggi, o una sfida o un invito al discernimento. Una serata è stata dedicata alla testimonianza di don Gliozzo, parroco emerito della parrocchia SS. Crocifisso della Buona Morte di Catania, e del suo successore don Belluso. Il parroco è seminatore di speranza per tutti, nessuno escluso, la Chiesa è per tutti, soprattutto per gli esclusi, per gli emarginati. P. Gliozzo ha fondato la sua pastorale parrocchiale sulla semplice ed incisiva dinamica dell’accoglienza di tutti: dalle prostitute agli omosessuali, dai divorziati ai clochard; ha contrastato da sempre la cultura dello scarto con una pastorale di prossimità. Mercoledì 13 nel pomeriggio si è tenuta una visita guidata al Monastero dei Benedettini: un itinerario incantevole ha mostrato le meraviglie architettoniche e strutturali del monastero, il quale adesso è sede dell’Università degli Studi di Catania. È stata un’esperienza di Chiesa all’insegna di una formazione permanente che non si avvale solo di contenuti ma di uno stile di comunione e fraternità sacerdotale.  ».

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Il secondo giorno ha visto sviluppare il modulo psicologico in riferimento alla relazione del parroco con le famiglie. Padre Giovanni Salonia con la sua équipe ha sottolineato il valore del camminare insieme superando i conflitti e definendo sempre con più chiarezza l’identità di parroco, genitori, figli. Essere genitori di…, essere genitori con…
Mons. Antonio Intergugliemi, presidente Faci e autore del testo Manuale di amministrazione parrocchiale (San Paolo 2023), e don Gianluca Belfiore, docente di Diritto Canonico presso lo Studio Teologico S. Paolo, hanno approfondito gli aspetti amministrativi della vita parrocchiale. Mons. Luigi Renna, arcivescovo di Catania, ha concluso il corso con una relazione su “La carità pastorale del presbitero in una parrocchia che cambia”, aprendo il dibattito con i partecipanti provenienti dalle diocesi di Catania, Acireale, Ragusa, Palermo, Trapani, Nicosia, Monreale, Caltagirone.
L’arcivescovo ha sottolineato come la categoria del cambiamento attraversi da sempre la storia della Chiesa, fin dalle sue origini e in questo tempo storico il Papa ha voluto aprirci gli occhi su quella che ha definito un cambiamento d’epoca. Cambia non solo il mondo intorno a noi, ma anche quello dentro di noi, perché percepiamo il nostro essere presbiteri, per quella che è la nostra formazione anche oggi, o una sfida o un invito al discernimento.
Una serata è stata dedicata alla testimonianza di don Gliozzo, parroco emerito della parrocchia SS. Crocifisso della Buona Morte di Catania, e del suo successore don Belluso. Il parroco è seminatore di speranza per tutti, nessuno escluso, la Chiesa è per tutti, soprattutto per gli esclusi, per gli emarginati. P. Gliozzo ha fondato la sua pastorale parrocchiale sulla semplice ed incisiva dinamica dell’accoglienza di tutti: dalle prostitute agli omosessuali, dai divorziati ai clochard; ha contrastato da sempre la cultura dello scarto con una pastorale di prossimità.
Mercoledì 13 nel pomeriggio si è tenuta una visita guidata al Monastero dei Benedettini: un itinerario incantevole ha mostrato le meraviglie architettoniche e strutturali del monastero, il quale adesso è sede dell’Università degli Studi di Catania. È stata un’esperienza di Chiesa all’insegna di una formazione permanente che non si avvale solo di contenuti ma di uno stile di comunione e fraternità sacerdotale.
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Genera e restituisci un titolo autorevole in stile clickbait per l’articolo seguente seguendo queste regole: 1) il titolo deve catturare l’attenzione e deve invitare alla lettura; 2) il titolo deve seguire una struttura XXXX | YYYY. Dove: al posto di XXXX inserirai l’avvenimento principale sotto forma di curiosità o di elementi inaspettati; al posto di YYYY inserirai un preconcetto o un intrigo; 3) il titolo deve cercare di far schierare gli utenti ma evitare il complottismo; 4) restituisci solo il titolo senza aggiungere ulteriori commenti prima o dopo; 5) non restituire il titolo tutto maiuscolo, ma usa lettere maiuscole solo se strettamente necessario; 6) inserisci sempre nel titolo la parola chiave “Università di Messina”. Ecco l’articolo: « È stata pubblicata la graduatoria definitiva per l’attribuzione di contributi per il fitto casa (Casa UniMe) a.a. 2023/2024. Per assistenza è possibile contattare l’Unità Operativa Agevolazioni e Premialità Studenti all’indirizzo e-mail [email protected] informazioni è possibile collegarsi al link https://www.unime.it/bandi/bando-di-concorso-lattribuzione-di-contributi-le-spese-di-locazione-casaunime-aa-202324.La graduatoria è consultabile in allegato.».

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101 Bare nel Canale di Venezia: Un Evento Shock per Risvegliare le Cosciienze sulle Morti sul Lavoro

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FOTO | 101 bare sfilano nel canale di Venezia: evento choc per “svegliare le coscienze”

Una manifestazione silenziosa promossa dalla Uil per parlare di morti sul lavoro e dire di non abbassare mai la guardia: i “più grossi nemici della sicurezza sono indifferenza, assuefazione, rassegnazione”

Pubblicato:18-09-2024 17:30
Ultimo aggiornamento:18-09-2024 17:35


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VENEZIA – Rassegnazione, indifferenza, fatalismo stanno ‘anestetizzando’ le morti sul lavoro “e invece non ci si può arrendere. Ci si deve indignare. Chi sbaglia, deve pagare. E bisogna pensare a ristori alle famiglie delle vittime, che si trovano dall’oggi all’indomani senza un affetto e senza giustizia”. Prova a scuotere le coscienze la Uil a Venezia: con queste parole di Roberto Toigo, segretario regionale, e con le 101 bare caricate su un pontone e fatte sfilare nei canali; 101 tante quante sono stati i morti sul lavoro in Veneto nel 2023: partendo dall’isola del Tronchetto hanno navigato attraversando il canale della Giudecca, lambendo la Basilica della Salute e passando davanti a piazza San Marco e Palazzo Ducale fino all’approdo all’Arsenale, la ‘fabbrica’ di Venezia. C’era anche il segretario della Uil PierPaolo Bombardieri.

“Organizzare questo evento è stato molto complicato”, ma l’intento dichiarato era ‘choccare’, risvegliare le coscienze, appunto. E lanciare l’allarme, non solo perchè si muore troppo di lavoro, ma anche perchè i “più grossi nemici della sicurezza sono indifferenza, assuefazione, rassegnazione. ‘Gli incidenti sono sempre accaduti, è inevitabile’; ‘È stata una disgrazia’; ‘La sicurezza costa’… Sono le frasi che non vogliamo più sentire”, afferma Toigo invitando ad andare nelle aziende perchè “la cultura della vita diventi patrimonio comune, a partire dalla scuola. Potremo dire di essere sulla buona strada quando un lavoratore avrà la piena consapevolezza del pericolo e deciderà di fermarsi”. Ma bisogna pensare anche a chi resta. Toigo cita Mattia Battistetti, morto in un cantiere edile nel 2021 a 23 anni: “La mamma Monica Michielin, insegnante lo sa bene; attende ancora giustizia dopo nove udienze”. Di qui l’idea dei ristori alle famiglie delle vittime di morte bianca.

È dal al 2021 che la Uil ha avviato una campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza sul lavoro, chiamata “zero morti sul lavoro”. Quest’anno si è strutturata con una serie di flash-mob silenziosi nelle piazze delle principali città. Prima tappa a Roma, con 1.041 bare in piazza del Popolo, tante quante i morti sul lavoro in Italia nel 2023. Poi Napoli, Firenze, Milano, Bologna, Perugia, Bari e Genova, dove sono state posate tante bare quanti i morti sul lavoro che si sono contati, regione per regione. Oggi è toccato a Venezia.

Il pontone ha caricato 101 bare, “per dire che ogni tre giorni e mezzo una persona non ha fatto ritorno a casa, lasciando nella disperazione la propria famiglia e i propri colleghi”, evidenzia Toigo. Nel 2024, con dati aggiornati al 31 luglio, “siamo già a 37 morti bianche in Veneto. L’estate e questi ultimi giorni, però, sono stati costellati da ulteriori episodi”. Ecco perchè oggi si è voluto portare a Venezia una manifestazione silenziosa, “rispettosa della città, ma dall’impatto scioccante. È nostra convinzione, infatti, che occorra un risveglio delle coscienze sul tema delle morti sul lavoro”, insiste Toigo.
“Vogliamo veramente ringraziare il Comune di Venezia, perché l’immagine di quella che è la città più bella del mondo, viene associata per la prima volta ad una campagna sociale, di carattere sindacale. Chi vedrà nei prossimi giorni, sui giornali, le tv e i siti di tutto il mondo, questo nostro corteo, dovrà sentire un pugno nello stomaco”. E dire che “almeno in Veneto”, il problema non è “la mancanza di protocolli, di regole, un livello non adeguato di investimenti in dispositivi e formazione, la penuria di personale addetto ai controlli. Anche se non bastano mai: in Veneto ci sono 422.000 aziende e controllarle tutte preventivamente è impossibile”.

In Veneto c’è anche stato un calo degli infortuni sul lavoro in rapporto al monte ore lavorate – dell’8,58% tra il 2021 e il 2023. “Il numero però è ancora molto alto: 69.643 infortuni nel 2023, 190 al giorno”, ricorda Toigo. Un fatto lo preoccupa: “Quando ci troviamo in piazza, vedo che siamo solo noi: dirigenti, iscritti, delegati. Le persone per cui ci battiamo sono a casa”. Ad ogni modo la Uil tirerà dritto “perché le morti sul lavoro diventino centrali nel dibattito politico, nell’opinione pubblica e tutti -ognuno per quanto di propria competenza- concorrano all’obbiettivo di arrivare a zero morti sul lavoro, creando una vera cultura della vita”.

L’Arsenale di Venezia è “un luogo bellissimo che parla di lavoro. Queste pietre sono impregnate del sudore della fronte di generazioni di veneziani. È stata la più grande fabbrica del mondo occidentale. Qui è nata la catena di montaggio prima di Ford e poi il lavoro si è evoluto”, ricorda l’assessore comunale alla Lavoro Simone Venturini, per questo “essere all’Arsenale a parlare di sicurezza sul lavoro è importante: l’allure di Venezia aiuta a far rimbalzare un messaggio forte, su temi che non possono essere ignorati”. Venturini ricorda anche che il suo assessorato “ha deciso, per esempio, di non fare appalti al massimo ribasso, ma di valutare piuttosto il progetto, lavorando così sulla qualità. E nel lungo termine diventa anche vantaggioso economicamente”. Infine, sui giovani e il progetto in atto con la Regione nelle scuole professionali: “È importante iniziare qui, tra i banchi, a parlare della sicurezza nel luogo di lavoro, di come vanno usati i macchinare, come ci si relazioni con le altre persone, vigilando sempre anche sul collega vicino”.

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